
Nel cuore dei Monti Lattari, in una serata in cui l’arte ha indossato il grembiule da cucina, due nomi messinesi hanno brillato: Carlotta Andreacchio e Giuseppe Arena, vincitori dell’Arcimboldo d’Oro. Un riconoscimento prezioso che porta il nome del genio pittorico del '500, noto per i suoi ritratti composti da frutta, verdura e carne. Un tributo moderno agli artisti del gusto.
Carlotta Andreacchio, chef patron de La Trattoria del Marinaio a Galati Marina ha raccontato la sua storia: “Ho ricevuto un riconoscimento straordinario. È il frutto di anni di impegno, ambizione e sacrificio. Ogni giorno metto tutta me stessa in quello che faccio, e sapere che questo viene riconosciuto mi riempie di gratitudine.”
Ma Carlotta non è solo una chef: è anche docente al Cirs di Messina, membro del direttivo dei Cuochi Messinesi, e delegata del comparto Lady Chef FIC per la provincia. Una donna che fa della cucina un’estensione della propria identità, senza mai dimenticare le sue radici: “Dedico questo premio alla mia famiglia e ai miei collaboratori. Senza di loro, nulla sarebbe possibile. E naturalmente a tutti i clienti che da 12 anni credono in me. Questo traguardo mi spinge a continuare a crescere, nel nome della passione e della qualità.”
Accanto a lei, sul palco, un altro pilastro del gusto peloritano: Giuseppe Arena, maestro gelatiere, riconfermato in guida con tre pennelli, il massimo riconoscimento. Il suo nome è già leggenda per chi conosce il gelato non come un semplice dolce, ma come un’espressione di territorio, identità, innovazione.
Arena, con la sua solita sobrietà, ha ringraziato per il riconoscimento, sottolineando come questo premi la sua dedizione quotidiana, fatta di studio, rigore e passione per un mestiere che continua a reinventare con autenticità.
Il premio: quando il cibo incontra l’arte
Nato per valorizzare chi trasforma gli ingredienti in emozioni, il premio “Arcimboldo d’Oro” non è solo un trofeo, ma un simbolo: un pennello che dipinge il talento di cuochi, pasticceri, gelatieri e artigiani del gusto. Ogni “pennello” assegnato rappresenta un grado di eccellenza creativa e tecnica.
Il trionfo dei due messinesi – in un contesto nazionale – non è un caso: è il risultato di una cultura gastronomica che, tra lo Ionio e i Peloritani, trova nella semplicità dei sapori una forma di poesia.