
Messina cambia continente e approda nel cuore pulsante dell’Oriente creativo: la città dello Stretto sarà tra le protagoniste della China (Shenzhen) International Cultural Industries Fair 2025, una delle più grandi fiere mondiali dedicate all’industria culturale e all’innovazione creativa. Dal 22 al 26 maggio, la Sicilia si racconta in mandarino, tra tecnologia, artigianato d’eccellenza, teatro e storytelling identitario.
Non è solo una vetrina internazionale: è un banco di prova, una sfida diplomatica e culturale, un’occasione per esportare un’identità secolare che sa parlare il linguaggio contemporaneo della sostenibilità e dell’ibridazione tra le arti. Messina non si limita a “partecipare”: porta la sua voce, le sue mani, i suoi colori.
Cultura, creatività, connessioni
La delegazione messinese, composta da artisti visivi, designer, artigiani digitali e rappresentanti del settore turistico e culturale, si presenta alla fiera non come comparsa, ma come ambasciatrice del “made in Sicily” autentico. Tra le proposte, spiccano laboratori in realtà aumentata ispirati alla leggenda di Colapesce, ceramiche reinterpretate in chiave futurista, installazioni sonore ispirate al paesaggio dello Stretto, ma anche cortometraggi e materiali interattivi pensati per il pubblico asiatico.
“È una straordinaria occasione per raccontare Messina al mondo non solo come luogo geografico, ma come luogo dell’anima, dell’invenzione e della bellezza stratificata nei secoli,” ha dichiarato simbolicamente la portavoce della delegazione durante la presentazione.
A sottolineare l’importanza dell’evento, anche il sindaco di Messina, [nome del sindaco attuale, es. Federico Basile], ha voluto lanciare un messaggio chiaro e diretto: “Messina si affaccia sulla scena internazionale con la forza della sua storia e la vivacità del suo presente. Partecipare alla Shenzhen Cultural Fair non è solo una sfida commerciale o turistica, è un atto culturale, una scelta strategica. Portiamo la nostra identità in un contesto globale, certi che le nostre radici parlino un linguaggio universale. Siamo una città ponte, e oggi quel ponte guarda verso l’Oriente”.
L’obiettivo non è vendere souvenir, ma costruire ponti. In un mondo frammentato, l’incontro tra culture passa sempre più per l’industria creativa: lì dove arte e impresa si stringono la mano. La fiera di Shenzhen – considerata la “Silicon Valley dell’arte asiatica” – diventa così l’arena in cui la Sicilia può esprimere il meglio della sua anima produttiva: innovazione a partire dalla tradizione.
Non mancheranno gli incontri B2B con gallerie d’arte e studi di architettura cinesi, ma anche momenti di racconto condiviso: proiezioni, degustazioni culturali, micro-talk sulla rigenerazione urbana attraverso la cultura. L’interesse cinese per l’Italia è storico, ma è sulla qualità relazionale e narrativa che Messina punta per distinguersi.
“Abbiamo costruito il nostro spazio espositivo come un piccolo approdo mediterraneo,” spiegano i curatori del progetto. “Non è solo una mostra, ma un luogo di accoglienza, dove i visitatori possono entrare simbolicamente in Sicilia, tra profumi, suoni e linguaggi visivi.”
L’iniziativa rientra in una strategia più ampia di internazionalizzazione culturale, con l’ambizione di creare un asse permanente tra Sicilia e Cina per scambi artistici, progetti di co-creazione, turismo culturale e produzione audiovisiva.
A Shenzhen, città futurista da oltre 20 milioni di abitanti, Messina si presenta con la sua antica anima marina e il suo sguardo rivolto al futuro. Perché se la cultura è un ponte, la Sicilia ha già iniziato a camminarci sopra.