
La Psqua è il giorno della gioia, della rinascita, della luce che squarcia la tenebra. Ma in ogni angolo dell’isola, la Resurrezione assume un volto diverso, un linguaggio unico, un rito irripetibile. Se ad Adrano si combattono i Diavoli, altrove le statue si rincorrono, si abbracciano, si fermano a mezz’aria come per assaporare il miracolo.
Adrano: la Pasqua dei Diavulazzi
Nel centro etneo, la Domenica di Pasqua è dramma e trionfo. I Diavulazzi, figure infernali vestite di rosso con tridenti e maschere grottesche, invadono le strade, mimando disordine e provocazioni. Ma il caos ha le ore contate.
Il cuore pulsante della festa è l’Incontro: il Cristo Risorto e la Madonna si avvicinano tra due ali di folla e, al momento del ricongiungimento, i Diavulazzi vengono scacciati uno a uno, tra applausi, fuochi e un’esplosione di gioia. È teatro popolare, catechesi visiva, rito collettivo: la vittoria del bene sul male inscenata come solo la Sicilia sa fare.
Paternò: la corsa della Madonna
A pochi chilometri da Adrano, Paternò inscena una Pasqua fatta di movimento e sorpresa. Dopo giorni di lutto e processioni lente, le statue del Cristo Risorto e della Madonna si muovono verso l’"Incontro" a passo svelto. Ma la particolarità è la corsa finale della Madonna, che accelera improvvisamente per raggiungere il Figlio: un gesto coreografico, emozionante, che scatena un’ovazione.
Biancavilla: l’allegria che squarcia il cielo
A Biancavilla, la Pasqua è un’esplosione di fede e colore. Dopo la solenne Veglia del Sabato Santo, segnata dalla suggestiva "cascata da tila" – il velo che cade svelando il Cristo Risorto – la domenica si apre con la “Giunta”, l’incontro tra Madre e Figlio. Tamburi, petardi, fuochi d’artificio e applausi accompagnano l’abbraccio tra le due statue. La città diventa un mare umano: ogni balcone è un teatro, ogni strada una scena.
Piana degli Albanesi: la Resurrezione cantata in greco
In questa enclave arbëreshë della provincia di Palermo, la Pasqua si colora di canti bizantini e di una liturgia che affonda le sue radici nella chiesa orientale. La Resurrezione si celebra con l’Anastasis, accompagnata dai “lazeri”, melodie struggenti intonate in greco antico, che continuano anche nei giorni successivi.
Caltabellotta: la corsa della palma
Nel cuore dell’Agrigentino, a Caltabellotta, la notte di Pasqua si trasforma in una gara sacra: la "cursa d’a parma". I giovani del paese, allo scoccare della mezzanotte, corrono per aggiudicarsi la palma benedetta. È un rito arcaico, mistico, che unisce competizione, benedizione e desiderio di rinnovamento.
Modica, Scicli e Ragusa: i “Balli” delle statue
Nel Val di Noto, le statue “ballano”. A Modica, la Madonna corre incontro al Cristo Risorto tra scampanii e petardi. A Scicli, l’“Uomo Vivo” viene portato a spalla tra salti e ondeggiamenti che ricordano una danza tribale. A Ragusa, la celebrazione diventa quasi una coreografia, dove la devozione passa anche dal corpo, dal ritmo, dal coinvolgimento fisico.