
Un racconto nato all’interno di una struttura di accoglienza e arrivato fino al Salone Internazionale del Libro di Torino. È la storia di N.D., una donna migrante accolta nella struttura SAI di Grammichele, parte del progetto SAI Vizzini ordinari, gestito dalle cooperative Opera Prossima e San Francesco. La sua testimonianza, intensa e carica di memoria, è stata trascritta con sensibilità dall’insegnante di alfabetizzazione Sandra Manzella ed è stata selezionata per entrare a far parte della raccolta nazionale “Lingua Madre 2025. Racconti di donne non più straniere in Italia”.
Il volume, curato dalla giornalista e scrittrice Daniela Finocchi – ideatrice del Concorso Letterario Nazionale Lingua Madre giunto alla sua ventesima edizione – raccoglie storie autentiche di donne migranti che, attraverso la scrittura, restituiscono dignità ai propri vissuti e diventano protagoniste di nuovi percorsi di integrazione.
Alla cerimonia di premiazione, che si è svolta lunedì 19 maggio 2025 all’interno del Salone del Libro di Torino, hanno preso parte l’insegnante Sandra Manzella, la coordinatrice della struttura di Grammichele, la dottoressa Concetta Musumeci, e la presidente del Centro Studi CESTA, Marisa Casemi, a testimonianza della rete di supporto e accompagnamento che ogni giorno lavora accanto alle persone accolte nei progetti SAI.
«È un riconoscimento che ci riempie di orgoglio – dichiarano le operatrici – perché dimostra quanto il percorso di accoglienza possa trasformarsi anche in uno spazio culturale, umano e creativo. Le parole scritte da N.D. raccontano molto più di un viaggio migratorio: raccontano un percorso di libertà, identità e riscatto».
Nato nel 2005 e sostenuto dalla Regione Piemonte, dal Ministero della Cultura e dalla Commissione Europea, il Concorso Lingua Madre rappresenta oggi uno dei più importanti progetti letterari dedicati alle donne migranti e alle identità culturali plurime presenti in Italia.
La selezione di questo racconto conferma il valore del lavoro svolto all’interno del progetto SAI, che si configura sempre più come spazio concreto di crescita e integrazione, in cui ogni persona accolta può trovare ascolto, strumenti e voce per riscrivere la propria storia.