
Chi ha avuto il privilegio di entrare nella cucina di una nonna siciliana, conosce bene il valore di una dispensa ben fornita, una vera e propria mappa della tradizione, fatta di sapori, rituali, stagionalità e memoria. In un tempo in cui la cucina si riempie spesso di sofisticazioni, la dispensa della nonna resta un esempio di essenzialità e valorizzazione del territorio e del concetto di stagionalità.
Ma cosa si trova all'interno di questo scrigno prezioso?
L’olio extravergine d’oliva
Elemento imprescindibile. Arriva da piccoli frantoi di fiducia o dalla produzione familiare. Non manca mai e viene custodito gelosamente, spesso in latte di alluminio o bottiglie scure per proteggerne la qualità.
Le conserve di pomodoro
Simbolo dell’estate e della collaborazione familiare, che coinvolge grandi e piccini, la conserva di pomodoro viene preparata con un rigore quasi liturgico. Le bottiglie riempite a mano e bollite a lungo diventano il cuore dell’alimentazione invernale.
Pasta di grano duro
In Sicilia la pasta è rito quotidiano, e nella dispensa non mancano mai busiati, anellini, ziti, spaghetti e spaccatelle. La pasta è la prima risposta all’ospite inatteso e la base su cui costruire piatti poveri ma ricchi di gusto.
Aglio, cipolla, origano
La triade aromatica per eccellenza. L’aglio secco intrecciato, le cipolle dolci (meglio se di Giarratana), l’origano selvatico raccolto e fatto essiccare: profumi domestici che definiscono l’identità olfattiva della cucina siciliana.
Formaggi stagionati
Il pecorino è il re. Grattugiato o servito a tocchetti, accompagna minestre, paste e secondi piatti. Conservato in carta da alimenti o sotto vetro, è una presenza fissa e silenziosa.
Acciughe sotto sale
Un ingrediente che esprime sapidità e profondità. Immancabili in molte ricette tradizionali, dal cavolfiore affogato alla pasta con mollica. Le acciughe sono anche simbolo del legame con il mare.
Legumi secchi
Lenticchie, ceci, fagioli, cicerchie: prodotti di lunga conservazione, fondamentali nella cucina di recupero e nei piatti stagionali. I legumi sono simbolo di economia domestica e nutrizione consapevole.
Pomodori secchi sott’olio
Essiccati al sole, messi sott’olio con aglio, capperi, origano e a volte un pizzico di peperoncino: i pomodori secchi sono un concentrato di Sicilia. Gustosi da soli, perfetti su una fetta di pane, indispensabili in molte ricette contadine.
Melanzane sott’olio
Tagliate a listarelle, sbollentate con aceto e condite con aglio, menta e peperoncino prima di essere immerse nell’olio. Le melanzane sott’olio sono l’antipasto per eccellenza, ma anche una memoria tangibile della cucina d’estate conservata per i mesi freddi.
Dolci secchi e biscotti da inzuppo
Niente è più accogliente del barattolo di biscotti sempre pronto. Ogni nonna siciliana custodisce la sua scorta, non solo per la colazione o la merenda, ma come gesto d’accoglienza verso chi entra in casa. Immancabili sono i biscotti all’anice, fragranti e profumati, dalla forma allungata o ovale, perfetti da intingere nel latte caldo o nel vino dolce.
Altro grande classico sono i biscotti a forma di “S”, dalla consistenza friabile, realizzati con pochi ingredienti (farina, zucchero, strutto o burro) ma dal sapore inconfondibile. Accanto a questi, non mancano reginelle ricoperte di semi di sesamo, piparelli dal gusto speziato, e i tradizionali biscotti da latte, semplici e genuini.
Miele e confetture
Fichi, arance, gelsi, cotogne: le marmellate fatte in casa sono conservate in barattoli anonimi, ma piene di autenticità. Il miele, spesso d’arancio o di eucalipto, è rimedio e dolcificante naturale.
Vino e liquori casalinghi
Una bottiglia di vino rosso locale di Marsala, un nerello mascalese, il cerasuolo di Vittoria per sfumare, per brindare o per accogliere. In alcune case, si trovano anche i liquori fatti in casa: nocino, rosolio, limoncello.
Insomma la dispensa della nonna siciliana, è un patrimonio enogastronomico vivo. Raccontarla oggi significa proteggere non solo un modo di cucinare, ma un modo di vivere il cibo come atto culturale e affettivo.