
A Paternò, in provincia di Catania, esiste una tradizione culinaria che affonda le sue radici nella storia e nella cultura locale: la preparazione delle rane, affettuosamente chiamate "larunchi" nel dialetto locale. Questa usanza ha conferito agli abitanti di Paternò il soprannome di "mangialarunchi", ovvero "mangiatori di rane".
La presenza abbondante di rane nelle zone umide e lungo i corsi d'acqua intorno a Paternò ha reso questo anfibio una risorsa alimentare preziosa per la comunità locale.
Le rane, ricche di proteine e povere di grassi, rappresentavano un'alternativa economica alla carne tradizionale, soprattutto in tempi in cui le risorse erano scarse. La loro carne delicata, dal sapore che ricorda una via di mezzo tra il pollo e i pesci bianchi, si presta a diverse preparazioni culinarie.
Per celebrare e promuovere questa tradizione, si tieneva annualmente a Paternò la “Sagra della Rana”. L'evento, solitamente organizzato nel mese di settembre, offre ai visitatori l'opportunità di degustare una varietà di piatti a base di rana, preparati da chef locali. Tra le specialità proposte spiccano le rane pastellate e fritte, gli arancini al ragù di rana, il cous cous alle rane, il risotto alle rane e il guazzetto di rane.
La scelta di settembre per la sagra non è casuale: in questo periodo, le giovani rane presentano carni particolarmente tenere, ideali per le diverse preparazioni gastronomiche.
Il soprannome "mangialarunchi" attribuito ai paternesi deriva proprio da questa antica abitudine alimentare. Nella cultura siciliana, era comune assegnare soprannomi alle comunità basandosi sulle loro peculiarità culinarie.
Così, come gli abitanti di Reitano o Sant'Agata di Militello sono noti come "manciafìcu" (mangia-fichi), i paternesi sono diventati i "mangialarunchi" per la loro tradizione nel consumo di rane .
Un aneddoto sui "Mangialarunchi": Il Principe e la rana di Paternò
Si racconta che, in tempi passati, un nobile in visita a Paternò venne ospitato da una famiglia del posto. Ignaro della tradizione culinaria locale, il principe si sedette a tavola, aspettandosi le classiche specialità siciliane.
Quando gli fu servito un piatto di rane fritte, guardò perplesso i commensali e chiese cosa fossero. I paternesi, divertiti, gli spiegarono che si trattava di una prelibatezza del luogo, famosa per il suo sapore delicato.
Il principe, inizialmente titubante, si lasciò convincere ad assaggiare. Con grande sorpresa, trovò le rane deliziose e ne chiese un altro piatto. Da quel giorno, si dice che ogni volta che tornava in Sicilia, facesse tappa a Paternò solo per gustare le famose "larunchi".